“Il nostro paese è a vocazione letteraria e giuridica e non ha ancora ben chiaro il ruolo della ricerca, dell’innovazione tecnologica e come tutto ciò sia il vero requisito per creare ricchezza.
Non sto parlando dei soldi. O della finanza. Ma dell’opportunità di dare lavoro, pensioni, sanità. In genere si pensa che debba essere la politica a creare ricchezza. In realtà non la crea, ma la distribuisce.
E lo ha fatto male.
Ma è anche un po’ nostra la responsabilità: è dipeso anche dal fatto di non avere una diffusa cultura all’altezza dei problemi e delle sfide che ci si pongono.
C’è una transizione dalla società materiale a immateriale, della quale non prendiamo coscienza. Prima erano la terra, il lavoro, il capitale, la fabbrica a contare. Oggi sono l’intelligenza, l’ideazione e la capacità organizzativa. E noi?.
Siamo un paese, nonostante tutto, straordinario. Ci sono tante intelligenze individuali, manca però un’intelligenza di sistema, questo è il problema dell’Italia.
Per meritare tecnologia e sviluppo, da una società che ti dà meno ore di lavoro e più ricchezza, devi avere una cultura, una politica, un’opinione pubblica e un’informazione all’altezza. Nel mio piccolo è quello che ho tentato di fare”.
Oggi abbiamo scelto di usare queste parole molto particolari ma significative, con cui Piero Angela rispose a un’intervista su La Repubblica, il 21 aprile 2013 (1).
Un uomo che ha fatto della Cultura la missione della sua vita, e che ha dimostrato sempre di riuscire ad anticipare i tempi, come quelli odierni nei quali (come non mai) sarebbe necessario scolpire nella pietra (e soprattutto nelle menti di ognuno di noi) il suo esempio: “la Razionalità mi è stata insegnata da mio padre, Carlo Angela, medico antifascista, insignito della medaglia dei Giusti tra le nazioni (per indicare i non-ebrei che hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita e senza interesse personale per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista, ndr)”(2).
Il Maestro della divulgazione scientifica ha ricevuto, come lui stesso ha detto (anche ironizzando), “un’educazione molto piemontese: molto rigida, con principi molto severi, tra cui quello di tenersi un passo indietro sempre, mai esibire”.
Quanto ci sarebbe bisogno oggi di recuperare un simile caposaldo: saper fare un passo indietro e mai esibirsi, a partire dalle modalità con cui da tempo si conduce il dibattito politico e pubblico, con toni sempre più feroci, votati alla sopraffazione, all’annientamento, alla prevaricazione e alla volontà di non ascoltare ma imporsi.
Oggi, venerdì 13 agosto 2022, l’Italia perde un cittadino dal valore inestimabile, un vero pioniere della divulgazione e della diffusione della Cultura, in tutte le sue forme e le sue declinazioni. E un progetto come il nostro non poteva non ricordare il prezioso Piero Angela, che lascia un’eredità culturale immensa a tutti Noi. Siamo e saremo ancora in grado di coglierla e alimentarla?
Coltura Edizioni, con il suo Manifesto, è in prima linea per la Promozione Culturale fin dalla sua nascita. Speriamo di rendere onore al suo immenso lavoro.
Buon viaggio Maestro.
La Redazione
(1) Intervista su La Repubblica – 21 aprile 2013 – https://www.repubblica.it/cultura/2022/08/13/news/piero_angela_dopo_tanti_anni_sogno_ancora_le_stelle_del_jazz-361535495/
(2) Piero Angela, Viaggi nella scienza, Garzanti, 1985 (1ª ed. 1983), p. 208.